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Da un TG del 07/09/2006
“Un austriaco su tre mercoledì 6 settembre rimane incollato davanti al teleschermo per seguire col fiato sospeso l’intervista di Natascha Kampusch,la giovane rimasta segregata per otto anni nella casa del suo rapitore e poi datasi alla fuga verso la libertà.Due milioni e settecentomila persone e molte di più nel mondo sono rimaste ipnotizzate dal suo sguardo finalmente svelato e dalle sue parole sospese come la sua vita.Occhi chiusi per ricordare;poi lacrime e qualche risata nervosa.Ben curata e in ottima forma,lucida e consapevole.E’ un ritratto a luci ed ombre quello che Natascha offre di sè davanti agli occhi curiosi del mondo.Quella lunga mezz’ora in tivù.ha lasciato tutti sbalorditi soprattutto psicoterapeuti e neuropsichiatri.Lei così sicura si apre in tivù forse perché durante il suo sequestro è stata quella l’unica finestra,il cordone ombelicale che l’ha tenuta in vita.Era solo una bambina quando è stata rapita.Restituita alla realtà oggi ,quasi donna,ha un forte controllo delle sue emozioni e una sorprendente proprietà di linguaggio per essere cresciuta segregata in una cella dopo anni di morboso rapporto con il suo carceriere Wolfgang Priklopil.
E’ Natascha stessa a tratti a difenderlo e poi ad accusarlo.Lei che non vuole tornare nella sua casa di bambina e ai suoi vecchi affetti,ma desidera tenere per sé quella del suo carceriere che ora non c’è più.Tante le contraddizioni.L’unica cosa che sembra chiara a tutti è lo psicodramma che è andato in onda.”

A breve un altro psicodramma andrà in onda su telejato con un’intervista scoop e protagonista sarà la nostra Natascha partinicese ovvero il nostro beneamato sindaco Peppone.
“ PENSAVO SOLO ALLA FUGA “ dirà Peppascha Kampusch segregata per parecchi anni dal suo rapitore,tale Prikeliopil, “ perché il mio più grande desiderio era la libertà e nella mia prigionia ho sofferto la fame spessissimo e in questa situazione si è capaci di pensare solo a come sfamarsi e avendo pure problemi di circolazione non riuscivo a concentrarmi. Non si riesce a riflettere se non si ha da mangiare.Prikeliopil era molto cauto,era sempre vicino a me e voleva che camminassi sempre davanti a lui quando andavamo a fare meeting e shopping e non potevo parlare con nessuno perché minacciava di uccidere le persone con le quali avrei parlato.Molte volte ho cercato,anche tramite tele jato, di mandare dei segnali alla gente,ma nessuno ha capito in che situazione mi ero cacciata e per evitare il peggio per me e per i miei concittadini ho subito in silenzio.”
Alcuni psicologi hanno detto che la fuggiasca durante l’intervista chiudeva gli occhi per ricordare,ma noi pensiamo che aveva gli occhi chiusi perché è da più di un anno che non vuole vedere più la realtà e come lei anche i suoi fidi collaboratori e pensiamo che è compito di una equipe psico-medica risolvere il problema e la cura è semplice:amministrare come se si fosse all’opposizione con una bacchetta magica e per essere più chiari:”predicare bene e razzolare bene SENZA SCURDARINI U CASINU CHI FACIAMU E TEMPI DI GIORDANU.”
Prikeliopil aveva un legame anomalo con la ragazzina e sono tanti i misteri sui suoi rapporti amorosi e in questa ingarbugliata storia c’è la sola certezza che la ragione di vita del rapitore era legata alla paura e alla sudditanza che l’adolescente aveva nei suoi confronti.Finchè c’era lei…lui era vivo fisicamente e politicamente.Scappata lei…lui era morto. E non c’è da stupirsi che Peppascha dopo la fuga ha difeso Prikeliopil in pubblico e ha voluto portare il lutto per la sua morte perché lei non odia il suo carceriere; lo chiama pure “anima cattiva” e dice che gli avrebbe volentieri tagliato la testa.Odiandolo si è innamorata del suo rapitore perché egli era ” l’unico suo punto di riferimento” e in questo caso più che di sindrome di Stoccolma si tratta di una malattia rara che colpisce,per fortuna, solo pochissime persone ed è la sindrome di Favignana e ne è affetto chi pascola in qualche gregge politico dove il pastore e padrone è uno solo….PrikELIOpil.